Italia sempre più incline all'astensionismo?

| Valentina Vainolo (Ce.S.E.D.) | Area tecnica (TECH)
Crolla l'affluenza alle elezioni regionali in Lombardia e in Lazio.

Si sono tenute il 12 e 13 febbraio le elezioni regionali in Lazio e Lombardia e uno dei dati più interessanti di queste elezioni non è stato tanto chi avesse vinto, ma piuttosto la bassissima percentuale di affluenza alle urne; infatti, solamente il 40% della popolazione avente diritto ha partecipato al voto, mentre più della metà di popolazione ha scelto di non recarsi ai seggi.

Va, però, ricordato che la bassa affluenza elettorale non è certo una novità: in effetti già dalla fine del secondo conflitto mondiale in poi, le elezioni politiche, europee, regionali e comunali hanno tutte registrato nel complesso una percentuale di affluenza sempre minore. Inoltre, alle elezioni del 25 settembre scorso per il rinnovo del Parlamento aveva votato solamente il 64% della popolazione nazionale, dato estremamente preoccupante nonché il più basso di sempre nella storia repubblicana, che preannunciava già una sempre minore fiducia da parte dei cittadini nei confronti della politica italiana attuale. Pertanto, non ci si deve stupire se anche a seguito di queste elezioni regionali cresce sempre più l’astensione mentre diminuisce l’affluenza.

Ad incrementare questo trend di disinteresse nei confronti della politica da parte dei cittadini è stato il ruolo svolto dai media, soprattutto siti internet, giornali e social hanno solamente accennato alle elezioni regionali che si sarebbero tenute a metà febbraio, senza quindi esercitare a pieno il loro ruolo di diffusione di informazioni, propaganda e influenza nei confronti del pubblico. Infatti, se si tiene conto della carenza di fiducia e di interesse che gli italiani hanno già da tempo nei confronti di chi è al potere e aggiungiamo a tutto ciò il fatto di non sentire tanto parlare delle elezioni dai media, il risultato è inevitabilmente un diffuso e accentuato sentimento di non curanza rispetto a ciò che succede nel nostro Paese a livello politico, tanto da definire poi queste ultime elezioni come vere e proprie elezioni fantasma”, di cui qualche elettore probabilmente non era nemmeno a conoscenza.

Le elezioni sono state vinte sia in Lombardia che in Lazio dal centrodestra, riconfermando Attilio Fontana come presidente della Lombardia e Francesco Rocca come presidente del Lazio. Ma con una percentuale così alta di astensionismo, chi effettivamente è andato a votare allora? Secondo l’analisi degli astenuti compiuta da YouTrend, la maggior parte delle persone che non si è recata alle urne sono donne - soprattutto casalinghe -, disoccupati e persone che hanno scarsa fiducia nel governo Meloni: infatti, l’elettorato di opposizione è proprio quello che ha maggiormente deciso di astenersi dal voto. Inoltre, chi non ha votato a queste elezioni regionali ha già annunciato che probabilmente non voterà neanche alle prossime.

La situazione più preoccupante riguarda l’opposizione: la sinistra attualmente ha un consenso popolare sempre minore, accompagnato da una perdita di fiducia causata probabilmente da una continua frammentazione dei partiti verificatasi in questi ultimi anni. L’elettorato di sinistra sembra non essere più invogliato a credere nei propri leader, percependo la sinistra come ormai troppo disgregata e lontana dai reali bisogni del popolo, dei quali, un tempo, si faceva fermamente portavoce.

Ciò che si prospetta per le prossime elezioni è una continua diminuzione di partecipazione al voto, almeno fino a quando non avverrà, forse, qualcosa che possa riuscire a smuovere la massa e risvegliare un sentimento di partecipazione e interesse per ciò che accade ai nostri vertici. E chissà, forse la recente vittoria di Elly Schlein potrà cambiare i sentimenti degli elettori di sinistra riportando coesione e unità ad una sinistra così frammentata; ciò che è certo è che attualmente gli italiani non si sentono rappresentati da chi sta al potere e servirà senza dubbio un grande impegno da parte della politica italiana per riportare fiducia nei propri elettori.

 



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